di Ilaria Tabet

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Lo sceneggiatore statunitense Dalton Trumbo ha finalmente ottenuto dalla Writers Guild of America il riconoscimento ufficiale (postumo) per aver scritto il soggetto di “Vacanze romane”, capolavoro diretto da William Wyler nel 1953. Un nome poco noto da noi, quello di Trumbo, ma che nell’America degli anni 50 rimase indissolubilmente legato alla “Hollywood Ten”, il gruppo di cineasti che si rifiutarono di testimoniare alla Commissione per le attività anti-Americane, e per questo inserito nella “lista nera” del Congresso. Il soggetto della fortunata commedia lo scrisse in Messico, firmandolo con il nome dell’amico e regista Ian McLellan Hunter. Una sorte che toccò a molte delle sue sceneggiature, per le quali usò pseudonimi come Jack Davis, Robert Cole e Millard Kaufman (con cui nel ’49 firmò “La sanguinaria”). La Writers Guild of America gli riconosce oggi il merito di “Roman holidays” grazie alle dichiarazioni del figlio Christopher, morto di recente, e di Tim, figlio di Hunter, entrambi perfettamente consapevoli che Trumbo era stato il principale creatore della storia. Come riporta il “Guardian”, lo scorso gennaio Tim Hunter scrisse una lettera all’allora Presidente della Writers Guild John Wells, affermando che <<Ovviamente, era importante per Chris Trumbo sapere prima di morire che il merito di suo padre sarebbe stato ripristinato (…) E’ morto la settimana scorsa, sicuro che ci avrei provato>>.

Tra i suoi maggiori lavori spiccano “Exodus” di Otto Preminger e “Spartacus” di Kubrick, che negli anni 60 gli procurarono un grande successo di pubblico e critica. Ma già nel ’53 la storia della Principessa europea che si innamora di un giornalista americano, andando a spasso in incognito per il centro di Roma, aveva affascinato il pubblico internazionale, rendendo celebre l’allora semi-sconosciuta Audrey Hepburn e confermando la popolarità di una star come Gregory Peck. Con “Vacanze romane” laHepburn vinse l’Academy Award come miglior attrice, e al film andarono i meritati Oscar per i costumi e per la sceneggiatura. La Academy riconobbe il contributo di Trumbo solo nel 1993, troppo tardi per il regista, morto d’infarto a Los Angeles nel 1976.